Ahi ahi l’orecchio!! come curare l’otite media acuta

Male all’orecchio. Come comportarsi? quando serve l’antibiotico?

otite-ragazzinall male all’orecchio, ovvero otalgia, è un sintomo che si riscontra con una certa frequenza nei bambini e spesso risulta essere particolarmente preoccupante per i genitori. Molte volte non si sa bene come comportarsi ed essendo un dolore che sorge acutamente e con una certa intensità ci si spaventa facilmente.

Spesso l’otalgia è secondaria all’infiammazione della membrana del timpano, questa condizione si definisce otite media acuta. Altre cause di dolore riferito all’orecchio possono essere l’otite esterna (infiammazione del condotto) oppure patologie dell’orofaringe o dei denti (otalgia ri- flessa).

Entro i primi 5 anni d’età, circa il 90% dei bambini ha presentato almeno un episodio di otite media acuta.

Nella maggior parte dei casi la causa è un’infezione batterica (S. pneumoniae alias pneumococco è il batterio più coinvolto). I sintomi con cui si manifesta questa infiammazione sono generalmente dolore, ad uno od entrambi gli orecchi e più o meno intenso, febbre e spesso si asso- ciano raffreddore e tosse. La diagnosi vera e propria non si può effettuare solo sui sintomi ma si basa sulla visita da parte del pediatra tramite l’otoscopia ovvero la visualizzazione, attraverso l’otoscopio, della membrana timpanica e del condotto auricolare.

In base ai sintomi presentati e all’esame con l’otoscopio il pediatra deciderà come intervenire.
Negli ultimi anni, in base ai numerosi studi, la tendenza è quella di attendere

48-72 ore prima di trattare con antibiotico in quanto l’80% degli episodi di otite media acuta ha decorso benigno e si risolve spontaneamente
in circa 2-3 giorni.

Questo approccio meno invasivo viene chiamato “vigile attesa”, al bambino quindi vengono somministrati solamente antidolorifici per bocca (il paracetamolo è il più utilizzato e il più sicuro); il pediatra poi verificherà l’andamento della malattia e rivaluterà il trattamento se ci sarà un peggioramento clinico.

Qualora il quadro non rientrasse in questi due giorni di attesa si passerà alla terapia antibiotica per bocca (il farmaco di scelta è l’amoxicillina).

Ci sono le eccezioni ovviamente: i bambini sotto l’anno di età, la fuoriuscita di secrezioni dall’orecchio (otorrea), otiti medie ricorrenti (più di 3 episodi in un periodo di 6 mesi), altre infezioni concomitanti come ad esempio una bronchite acuta.

L’utilizzo di antibiotici in modo poco razionale e soprattutto a scopo preventivo non ha alcun senso, anzi il rischio è quello di fare più danno che altro! Oltre al problema sempre più preoccupante dello sviluppo di resistenze da parte dei batteri ci sono anche gli effetti collaterali, in particolare sulla flora intestinale “buona” dei nostri bambini.

Dato che la terapia antibiotica non accorcia né tanto meno previene l’otite…perché allora talvolta si fa?
Il motivo principale è quello di evitare le rare ma temibili complicazioni: perforazione della membrana timpanica, coinvolgimento di strutture nelle vicinanze come ad esempio l’osso dietro l’orecchio (mastoidite), una sordità transitoria.

Cosa succede poi alla membrana timpanica che ha “sofferto” durante questa infiammazione?
Generalmente può rimanere arrossata per 15-20 giorni senza particolari sintomi associati, i bambini più gran- dicelli a volte possono riferire un senso di orecchio tap- pato, la risoluzione avverrà spontaneamente senza la necessità di farmaci.

L’otite è un’infezione che si può presentare più volte, soprattutto se il primo episodio si è verificato in età precoce.

Ci sono azioni che possono prevenire il ricorrere di queste infezioni?
Sicuramente sono di aiuto a scopo preventivo l’allatta- mento al seno, la non esposizione al fumo passivo di sigaretta, la somministrazione di vaccino pneumo-coccico coniugato nel primo anno di vita secondo lo schema raccomandato…soprattutto negli episodi ricorrenti.

Infine l’ideale sarebbe una sonora ed efficace soffiata di naso!

In sostanza allontanare il più possibile il muco che per questioni di anatomia (in particolare nei bambini più piccoli) si accumula più facilmente passando dalle cavità nasali all’orecchio e scatenando di conseguenza l’infiammazione della membrana timpanica.

Possono quindi essere di aiuto i lavaggi nasali con soluzione fisiologica che favoriscono l’eliminazione del muco in particolare nei bambini che non riescono ancora a soffiare efficacemente il naso.

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a cura della Dott.ssa Chiara Zambon Pediatra di Badia Polesine

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