Occhio alle zecche: prevenzione e pericoli

Le zecche sono parassiti ematofagi di diverse specie animali e anche dell’uomo e possono essere pericolosi agenti di trasmissione di malattie infettive. Le più rilevanti da un punto di vista sanitario in Italia sono la zecca dei boschi (Ixodes ricinus) e la zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus).

L’habitat preferito è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con microclima fresco e umido. La loro attività si concentra in primavera/estate quando è quindi più frequente essere “morsi da una zecca” condizione che di per sé non è pericolosa per l’uomo. I rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori.

Tutte le zecche sono portatrici di malattie 
Non tutte le zecche sono portatrici di malattie, e non tutte le punture delle zecche portatrici di una malattia causano la malattia stessa.
Le patologie infettive trasmesse da zecche con maggior rilevanza in Italia sono: la malattia di Lyme (o Borreliosi), causata dal batterio borrelia e la meningoencefalite da zecca (o TBE) causata da un virus.

La malattia di Lyme
E’ la più rilevante patologia trasmessa da vettore in Italia. Clinicamente il primo sintomo è la comparsa di una macchia rossa (eritema migrante) che si propaga dalla zona della puntura, con un anello chiaro al centro. Entro qualche settimana/mesi, si possono sviluppare disturbi neurologici precoci, artralgie, mialgie, meningiti, miocardite. I sintomi sono fluttuanti e possono durare per mesi e cronicizzare. Se la malattia non viene trattata con adeguata terapia antibiotica possono comparire danni a lungo termine, lesioni a carico del sistema nervoso centrale (SNC), dell’apparato cardiovascolare e della cute.
La meningoencefalite da zecca (o TBE) è una malattia virale del SNC, causata da un virus, identificato in Italia nel 1994 in provincia di Belluno. Dal punto di vista epidemiologico, oggi la Tbe è presente in focolai endemici in Friuli, Veneto e Trentino. La puntura di una zecca infetta, generalmente non dà luogo ad alcun sintomo. In una minoranza di casi, sintomi similinfluenzali (febbre, dolori agli arti, cefalea) possono apparire 2-28 giorni dopo e scomparire dopo qualche giorno. Nel 5-15% delle persone infettate, dopo un intervallo senza sintomi di 8-20 giorni, l’infezione può estendersi al SNC causando meningite o meningoencefalite, nell’1% dei casi ad esito fatale. Per la TBE non esiste alcun trattamento specifico.

Esiste un vaccino per la meningoencefalite da zecca?
L’unica protezione efficace è la vaccinazione che può essere praticata a partire dai 5 mesi di età ed è raccomandata a coloro che risiedono stabilmente o temporaneamente in zone boschive e rurali endemiche per la TBE. È disponibile in Veneto. Non protegge contro le altre patologie trasmesse da zecche.

Quali precauzioni possiamo avere?
Esistono alcune precauzioni per ridurre la possibilità di venire a contatto con le zecche, o perlomeno per individuarle rapidamente, prima che possano trasmettere una malattia.
Quando il bambino gioca nell’erba, far indossare abiti chiari (più facile individuare le zecche) che coprano le parti più esposte (calzettoni, pantaloni e camicie a maniche lunghe) e controllare a fine giornata i vestiti e la superficie corporea, con attenzione alle pieghe cutanee e al capo, dove più facilmente si annidano. Importante inoltre trattare gli animali domestici con sostanze acaro repellenti prima dell’escursione e spazzolare gli indumenti prima di portarli all’interno delle abitazioni
Nelle zone più infestate dalle zecche è consigliato applicare sulla cute un insettifugo contenente DEET (dietiltoluamide) e spruzzare gli abiti con un repellente per insetti contenente permetrina.
Il morso è indolore perché emettono una sostanza contenente anestetico. Per questo motivo è difficile accorgersi del parassita quando si attacca al corpo. Spesso ce ne si accorge a distanza di tempo, quando le aree attorno al morso causano prurito. Se individuate sulla pelle, le zecche vanno prontamente rimosse perché la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull’ospite.

Come rimuovere la zecca?
Il metodo migliore per rimuovere la zecca, è quello di afferrarla alla base, il più vicino possibile al rostro (piccolo uncino con il quale la zecca rimane attaccata alla pelle) attraverso una pinzetta. Una volta afferrata verrà estratta facendola roteare in senso antiorario. Lasciare parti del rostro nella cute non influenza la trasmissione di malattie e, al limite, prolunga l’irritazione.

Cosa non si deve fare?
Controindicati: aghi arroventati, calore, petrolio, smalto per unghie, alcol o altro.

È necessario l’antibiotico?
Dopo l’estrazione è indispensabile disinfettare la zona colpita e tenerla sotto controllo per una decina di giorni. In questa fase NON è necessaria alcuna profilassi antibiotica.

Quando è necessaria la visita pediatrica?
È opportuno consultare un medico in caso di:
• arrossamento con un anello chiaro al centro nella zona della puntura
• sintomi quali malessere generale, febbre, dolori articolari, ingrossamento dei linfonodi, cefalea nelle settimane successive alla puntura
Nel caso non compaia alcun sintomo o eruzione cutanea per un mese, è probabile che non sia presente alcuna infezione.

 

marinochiusarolia cura di:
Flora Marino
ematologa e infettivologa pediatra
Ospedale di Rovigo ULSS 5 Polesana
Lorenzo Chiusaroli
medico specializzando pediatria
Università degli Studi di Padova

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