Una mamma direttore… Irene Lissandrin

Una mamma direttore…
Irene Lissandrin, direttore del quotidiano on line Rovigooggi.it
Intervista a cura di Micol Andreasi

Come si fa a conciliare tutto, i figli, un lavoro impegnativo, passioni?
Non è possibile conciliare tutto, o almeno, io non ci riesco.
Ogni mattina faccio la lista delle mie priorità e procedo. Arrivare a sera raggiungendo tutti gli obiettivi prefissati è una fatica immane. Resta sempre fuori qualcosa, che a volte si può recuperare il giorno dopo, altre volte molto più tardi.
La vita è complicata, le variabili non previste, non controllabili, anche in un banale giorno di lavoro sono infinite e…addio piani.

Parliamo del nostro Polesine e della città di Rovigo. Sono davvero a misura di famiglia? Cosa manca perché possano dirsi luoghi ideali dove crescere i bambini?
Il Polesine e soprattutto Rovigo hanno tutte le potenzialità per essere a misura di famiglia e di bambino: poco caotici, non troppo industrializzati, immersi nel verde della
campagna, ricchi di attraversamenti d’acqua. Non mi pare, però, che le scelte adoperate
fino ad ora vadano nella direzione della vivibilità migliore per famiglie e bambini. Nonostante la campagna lussureggiante, i parchi in città o nelle realtà periferiche scarseggiano e soprattutto non sono attrezzati: i giochi sono pochi e a volte malconci, le aree d’ombra risicate, e mancano i bagni. Ha mai provato ad uscire con un bambino? Arrivati a destinazione, dopo pochi minuti dice di avere la pipì e poco dopo la cacca…
Anche la mobilità non è pensata per i bimbi o le famiglie. Basterebbe terminare tutte
le piste ciclabili iniziate e progettare i collegamenti tra singoli comuni, che magari condividono servizi come la scuola, gli asili, la biblioteca, l’edicola…
Non è poi troppo difficile. Sono pochi ancora i locali attrezzati con l’angolo per bambini, che sembrano il più delle volte elemento di disturbo. In città l’altro grave deterrente alla gioia dei bimbi sono i marciapiedi killer: impraticabili per qualunque mamma con la carrozzina o il passeggino.

Social, internet in genere, sono davvero una minaccia per i bambini?
La mia posizione a riguardo è davvero rigida. Niente cellullare fino a 14 anni. Quindi,
niente giochetti elettronici, o social o youtube o internet. Faccio eccezione se si tratta
di eseguire un compito per casa assegnato dalle maestre che richiede una ricerca on
line. Ma in quel caso sorveglio con attenzione. I bambini non hanno la capacità di capire
quello che fanno, né l’obiettivo per cui fanno certe cose. Ci vuole un attimo perché una foto scattata per gioco finisca in rete per sempre e possa nel tempo diventare lesiva della dignità di una persona o elemento di pericolo. Inoltre certi strumenti creano dipendenza. Io non voglio figli dipendenti. Ho capito che è più facile gestire il no, che un “ni”…che diventa si. Per i miei ragazzi preferisco i giochi all’aperto, lo sport, l’educazione musicale…

Irene Lissandrin: Una laurea in architettura, un diploma in canto lirico, giornalista e direttore del quotidiano on line Rovigooggi.it. Irene Lissandrin, oltre ad essere moglie, è
anche mamma di tre splendidi ragazzi, Gabriele, Petra e Orlando. E non si è voluta
far mancare nemmeno un cane ed un giardino enorme da curare….

 

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