Il piccolo pettirosso che vince il freddo

di Giulia Ziviani

 

C’era una volta,

in un piccolo boschetto di pioppi, che cresceva lungo le rive di un grande e sonnacchioso fiume, un giovane pettirosso di nome Hans.

Hans era il più bello tra tutti gli uccellini che popolavano il boschetto: era allegro e aveva il petto ampio, colorato di un bel rosso intenso che faceva pensare ai tramonti. Proprio per questo Hans se ne andava svolazzando per la foresta, tutto impettito, con le sue belle piume rosse in mostra. Tutti dovevano sapere che lui era il più fiero e nobile tra tutti i pettirossi e che al mondo non esisteva un rosso bello come quello che colorava le sue piume.

Una mattina d’inverno, mentre tutti gli altri uccellini se ne stavano al calduccio nei loro nidi, Hans, che non era per nulla intimorito dal freddo, canticchiava volando di ramo in ramo quando ad un tratto incontrò Biagio, il cane da caccia. Il piccolo pettirosso non riuscì a trattenersi ed iniziò a cinguettare per attirare l’attenzione del vecchio segugio. Biagio infatti viveva con gli umani e Hans voleva che raccontasse a tutti quanto era bello il rosso delle sue piume. Biagio però non si dimostrò molto interessato e disse al pettirosso:

“Guarda che laggiù, nel mondo degli uomini, ci sono tanti bellissimi rossi!”

Hans non ci poteva credere! Com’era possibile che esistesse un rosso più bello di quello delle sue piume? Doveva assolutamente andare a controllare di persona.

Hans volò fino alla città più vicina e rimase senza parole. Rosso, magenta, vermiglio!

Rosse le palline sugli alberi di Natale e le candele sulle tavole imbandite, rossi i fiocchi, i nastri, le bacche di plastica e i soldatini di legno ma anche le scarpe, le sciarpe e i cappelli. Ogni cosa era colorata di un rosso vivo e brillante e al piccolo Hans sembrava che, in ogni vetrina, ci fosse un rosso più bello del suo. Passò tutta la mattina volando qua e là, rubando nastri e pezzetti di carta rossa e cercando di appiccicarli alle sue piume, così avrebbe indossato per davvero il rosso più bello. Ma niente da fare, non si sentiva più fiero e nobile come una volta. Nessuno degli altri rossi gli stava bene addosso e per giunta il suo gli sembrava, ora, così spento e triste.

Sconsolato Hans volò fino ad un piccolo parco e si mise a saltellare avanti e indietro sulla neve bianca, immerso nei suoi pensieri. Era così concentrato che non si accorse che una bambina pallida e con folti capelli scuri si era avvicinata e lo guardava affascinata. Quando Hans la vide così vicino si spaventò moltissimo e volò un po’ più lontano, arruffandosi le piume e facendo cadere a terra tutti i pezzetti di carta e nastro rosso che erano rimasti attaccati al suo petto.

“No, per favore! Non andare via!” disse la bambina. Hans la guardò attentamente, piegando la testa di lato, per concentrarsi. La bambina sembrava triste come lui ma d’un tratto la piccola indicò la macchia rossa che colorava le sue piume e sorridendo esclamò: “Lo sai che sei l’uccellino più bello del mondo? In tutta la mia vita non ho mai visto un rosso bello come il tuo!”.

Hans piegò la testa dall’altro lato, perplesso. Non riusciva proprio a cederci!

Alla bambina piacevano le sue piume rosse, esattamente così com’erano. Il suo cuoricino si mise battere fortissimo per la gioia e Hans iniziò a cinguettare e a volare, per poi atterrare di nuovo sulla neve, vicino alla bambina che ora rideva felice. Fu un pomeriggio indimenticabile.

Da allora Hans non ebbe più dubbi né sulla bellezza delle sue piume rosse né su sé stesso, sul suo coraggio e la sua nobiltà. Per tutta la vita fu orgoglioso del suo petto rosso non solo perché era unico e speciale ma anche perché era riuscito a far sorridere una bambina, durante una fredda giornata d’inverno.

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