DSA – Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Saperne di più per poter intervenire precocemente.

Cosa sono i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)?

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) possono essere definiti come: “disturbi che interessano specifici domini di abilità (lettura, ortografia, grafia e calcolo), in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il “funzionamento intellettivo generale”.
I DSA sono un problema molto rilevante in quanto:
• è dimostrata un’alta incidenza dei DSA nella popolazione scolastica;
• i DSA comportano generalmente storie di insuccesso scolastico nella scuola dell’obbligo che costituiscono un serio handicap anche per lo sviluppo di una personalità ed un adattamento sociale equilibrato;
• circa l’80% dei bambini con problemi di apprendimento presentano anche disturbi sociali: presentano minore adattamento sociale ed emotivo, maggiore ansia, ritiro in se stessi, depressione e bassa autostima.
Le prime manifestazioni si riscontrano alla scuola primaria, perché è qui che il bambino per la prima volta si confronta con i processi di lettura, scrittura e calcolo.

La Prevenzione
La prevenzione costituisce uno degli interventi più efficaci rispetto alle difficoltà di apprendimento, perché:
• la tempestività dell’intervento è una delle condizioni più rilevanti per il successo e l’economicità dell’intervento stesso;
• un adeguato intervento con i bambini in difficoltà, a livello di prerequisiti, porrebbe i soggetti ad “alto rischio” su un piano maggiormente paritario nei confronti dei coetanei nel momento in cui verranno affrontati gli apprendimenti delle prime classi di scuola;
• le differenze si accentuano con il passaggio del tempo (si è infatti dimostrato che se ad esempio lo svantaggio a 5 anni è lieve, a 8 anni tale differenza aumenta se non si sono attuati interventi compensativi).
Lo scopo della rilevazione precoce non è segnalare dei bambini o attribuire etichette diagnostiche, ma piuttosto iniziare un programma educativo di recupero per tentare di eliminare o ridurre i futuri effetti negativi.

Quali sono i disturbi specifici dell’apprendimento?
La Dislessia  – difficoltà nella decodifica di lettura.
E il più conosciuto e più diffuso (si stima infatti che in Italia circa il 3-5% dei bambini e ragazzi in età scolare presentino tale disturbo) Può essere diagnosticata solo nei casi in cui il bambino abbia un livello intellettivo nella norma o ai limiti della norma ma in condizioni di buon adattamento all’ambiente; sia stato esposto in maniera adeguata agli apprendimenti scolastici e non presenti problemi emotivi complessi.
Si manifesta come una “ridotta capacità di lettura”: il bambino legge male, più lentamente, con più errori o senza comprendere quello che legge con risultati assolutamente più scarsi rispetto a quelli dei bambini di pari età.
Gli errori più comuni:
• confonde le lettere che appaiono simili graficamente, ad esempio m-n, b-d, p-q, e/o che presentano un suono simile come t-d, f-v, p-b;
• inverte le lettere all’interno delle parole, esempio “introno” per “intorno”, e omissione e/o aggiunta di lettere;
• legge una parola correttamente all’inizio della pagina, ma in modo errato quando si ripresenta nel testo;
• anticipa la prima o le prime lettere di una parola e poi “tira ad indovinare” le restanti, spesso sbagliando;
• omette parole o righe di testo;
• ha difficoltà nella prosodia, nell’intonazione e nella gestione delle pause. Inoltre spesso la lettura di bambini e ragazzi dislessici risulta eccessivamente lenta; a volte la lettura avviene lettera per lettera o sillaba per sillaba, senza che queste vengano poi unite per pronunciare la paro
la intera.
Per avere una diagnosi di Dislessia è necessario aspettare che il bambino abbia terminato la seconda classe della scuola primaria. Solo in quel momento si completa la fase di insegnamento formale della lettura. Inoltre è fondamentale che ad ogni bambino sia data la possibilità di avvicinarsi ed apprendere le regole alla base della letto-scrittura secondo i propri tempi.

La Disgrafia – difficoltà nella riproduzione di segni alfabetici e numerici.
Rappresenta, insieme alla Disortografia, un disturbo relativo al processo di scrittura. Le regole ortografiche e sintattiche risultano rispettate anche se la comprensione delle stesse può essere influenzata da una scrittura difficile da leggere.
Secondo il DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali), la Disgrafia non è più considerata come un Disturbo Specifico dell’Apprendimento, ma come un disturbo di coordinazione motoria.
La Consensus Conference invece, lo considera ancora come un DSA.
Come riconoscerla.
Uno dei segni più evidenti riguarda una difficoltà eccessiva del bambino ad automatizzare un corsivo fluente e comprensibile.
Inoltre il bambino potrebbe:
• scrivere in maniera irregolare (scrivere lettere di forma e dimensione diversa o saltare le righe del foglio);
• presentare spesso un’impugnatura della penna scorretta e non utilizzare la mano non scrivente in maniera funzionale per tenere fermo il foglio;
• non rispettare i margini e le righe del foglio (utilizzare lo spazio del foglio in maniera irregolare, scrivendo ad esempio, nella parte centrale del foglio o limitando la scrittura in uno dei margini);
• presentare una pressione sul foglio irregolare (utilizzare un tratto più leggero in alcune parti e in altre più calcato)
• scrivere, all’interno di alcune parole, lettere in modo speculare;
• non legare in modo corretto le lettere usando il corsivo
• avere molte difficoltà nel copiare i testi;
• scrivere in maniera troppo veloce o troppo lenta, utilizzando un tratto non armonico e ricco di interruzioni;
• avere difficoltà nella scrittura dei numeri, che vengono scritti non rispettando la loro direzione; • presentare difficoltà nel disegno;
• non riuscire a posizionare i numeri in modo corretto nelle operazioni in colonna, avendo poi delle difficoltà nello svolgimento delle operazioni stesse.

 

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a cura di Mara Gazzi
Psicologa Età Evolutiva
e Psicopatologia dell’apprendimento

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