Un Mare di Plastica

Il Pianeta Azzurro si usa dire. La Terra,infatti, vista dallo spazio è azzurra. Il colore dominante è dato dagli oceani e dai mari che la ricoprono per circa il 70%. Con il passare degli anni rischiamo però di doverlo chiamare il “Pianeta di plastica”.

L’80% della plastica prodotta non viene smaltita correttamente, né riciclata

Estremamente allarmante è il fenomeno della presenza di plastica nel mare.
Se ci guardiamo intorno in questo momento, troveremo nei nostri paraggi una miriade di oggetti fatti di plastica o che la contengono. Purtroppo, questo materiale assai comodo è anche una delle principali cause dell’inquinamento delle acque. Esso non è biodegradabile. Non è un caso che nell’Oceano Pacifico si siano formate addirittura delle vere e proprie isole di plastica. Queste isole di rifiuti portati dalle correnti, in verità, sono composte per lo più da microplastiche, ovvero da frammenti piccolissimi di plastica, che sono molto nocivi per l’ambiente.
Spesso vengono anche ingerite da uccelli e pesci, con rischi e danni gravissimo per la loro vita. Quegli stessi pesci arrivano sulle nostre tavole. E così seguendo la catena alimentare pure noi ingeriamo microplastiche.

un-mare-nidoLe microplastiche
Le microplastiche derivano dalla frammentazione (per effetto del moto ondoso, della corrente, dell’irradiazione solare, ecc) delle plastiche più grandi, utilizzate in ambito industriale e dagli scarichi civili (ad esempio: l’uso quotidiano di prodotti contenenti microgranuli di plastica come esfolianti, dentifrici e vestiti sintetici). Che i nostri mari e le nostre spiagge siano invasi dalla plastica è ormai evidente, ma un nuovo e forse più persistente tipo di inquinamento da plastica è stato recentemente scoperto da un team di ricercatori. Si tratta del plasticrust, ovvero delle incrostazioni di plastica che si stanno formando sulle rocce bagnate dal mare. Il fenomeno è stato studiato per la prima volta sull’isola portoghese di Madeira.

un-mare-rocciaIl plasticrust
Secondo gli studi effettuati, il plasticrust si origina quando i pezzi di plastica, trasportati dalle onde, urtano violentemente le scogliere, portando alcuni piccoli frammenti a incrostarsi sulle rocce similmente a quanto fanno le alghe, creando un effetto simile a quello di una gomma da masticare che si attacca al marciapiede. Dalle analisi effettuate è emerso che le incrostazioni ‘appiccicate’ agli scogli sono aggregati di polietilene, la più comune fra le materie plastiche, presente in molti oggetti di uso quotidiano come ad esempio le confezioni alimentari. Il principale timore degli scienziati è che anche questi frammenti di plastica possano essere già entrati nella catena alimentare, visto che le littorine, piccole lumache marine, sembrerebbero essere a proprio agio sul plasticrust, di cui potrebbero nutrirsi esattamente come fanno con le alghe che solitamente ricoprono le rocce.

 

L’inquinamento nasce sulla terraferma
La presenza di massicce quantità di plastica negli oceani e nei mari è un effetto dell’inquinamento che nasce sulla terraferma, perciò, per risolvere il problema bisogna agire alla fonte, vediamo come. L’80% della plastica prodotta non viene smaltita correttamente, né riciclata.

bambina-cesto-plasticaI primi passi importanti per aiutare fiumi, laghi e mari:
• fare sempre la raccolta differenziata dei rifiuti, in questo modo si elimina il rischio che la plastica possa finire nelle acque;
• prediligere gli oggetti con meno imballaggi o senza plastica;
• cercare, anche in modo creativo, nuovi usi per gli oggetti in plastica che non servono più, in modo da ridurre al minimo la produzione di rifiuti.

Piccoli gesti quotidiani.
Dobbiamo dire che in Italia, recentemente, è stato introdotto il divieto di distribuire sacchetti di plastica non biodegradabile nei supermercati e in tante altre attività che costituisce sicuramente un passo in avanti nella riduzione dell’uso delle sostanze plastiche che tanto inquinano i nostri mari. Tuttavia c’è ancora molto da fare se si vuole preservare il Pianeta Azzurro, a partire dai piccoli gesti quotidiani.

 

Mauro-Bragiottoa cura di
Mauro Bragiotto
chimico

 

 

 

 

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