Didattica a distanza per genitori…soprattutto

a cura di
Giulia Franco, psicologa dell’ètà evolutiva

La situazione di emergenza che stiamo vivendo ormai da qualche mese è sicuramente nuova per tutti, in particolare per la scuola, dove gli insegnanti e gli alunni si trovano ad affrontare una forma di didattica del tutto nuova. La scuola continua ad essere vicina ai bambini e ai ragazzi, e si è reinventata in tempi brevi con determinazione per proseguire nel suo obiettivo: nella nota 388 del 17 marzo 2020 del Ministero dell’Istruzione, che ha come oggetto “Emergenza sanitaria da nuovo Coronavirus. Prime indicazioni operative per le attività didattiche a distanza”, la scuola apre le porte alla tecnologia come unico e potente mezzo per poter far sì che bambini e i ragazzi possano continuare ad apprendere anche da casa.

In tutto questo susseguirsi di cambiamenti, però, nessun alunno può correre il rischio di rimanere indietro. Ci sono bambini che potrebbero vivere questo momento critico con maggiore difficoltà, in particolare alunni con DSA (Disturbi Specifici dell’apprendimento), BES (Bisogni Educativi Speciali), o Disabilità. Nella stessa nota Ministeriale sopra citata si ricorda di dedicare particolare attenzione a questi alunni, infatti potrebbero riscontare diversi problemi nella loro quotidianità. Qui sotto ne elenchiamo alcuni:

  • Organizzazione del tempo: quando prima la maggior parte della giornata era gestita da orari scolastici, attività sportiva e altri impegni, ora i bambini si ritrovano a dover organizzare  il proprio tempo da soli tra videochiamate da seguire in determinati orari, compiti da eseguire entro scadenze segnalate sul registro elettronico (e non più scritti nel diario scolastico); per non parlare delle pause: anch’esse vanno gestite adeguatamente nelle modalità e nella durata.        La gestione del tempo è diversa e più complicata per i bambini e ragazzi con ADHD ( Disturbo da Deficit d’attenzione/iperattività), essi faticano a percepirlo e non sentono l’avvicinarsi di una scadenza (difficoltà definita come cecità temporale); la stessa cosa vale per i bambini con DSA.
  • Autogestione di fronte allo schermo: il bambino che segue l’insegnante in videolezione deve imparare a rimanere attento, prendere appunti, gestire il materiale, e tutto questo senza un feedback diretto o “personalizzato” dell’insegnante. Tutto ciò deve imparare a farlo in autonomia se i genitori sono impossibilitati a seguirlo per motivi lavorativi. Questo diventa pressoché impossibile per bambini con ADHD ad esempio, estremamente vivaci, che faticano a mantenere a lungo l’attenzione su uno stesso stimolo, sentono il bisogno di muoversi continuamente e hanno delle reali difficoltà a rimanere fermi o a mantenersi lungamente concentrati con atteggiamenti che prendono il sopravvento, interferendo con il funzionamento individuale e scolastico.
  • Apprendimento attraverso una didattica personalizzata: diventa difficile in modalità telematica offrire una didattica che vada incontro alle esigenze di tutti, in particolare ai bisogni speciali che hanno questi bambini e ragazzi. Inoltre la didattica a distanza non permette agli insegnanti di osservare il volto dei loro alunni, osservare se uno di loro esprime disagio o smarrimento, percepire le loro difficoltà ma anche i loro progressi. Di conseguenza diventa difficoltoso anche adattare il percorso e il materiale proposto in base alle loro esigenze del momento. Questo vale sia per le lezioni, sia per le prove scritte e orali.
  • Ricevere feedback personalizzati: questi bambini necessitano di indicazioni specifiche e mirate in base loro difficoltà, e di essere motivati costantemente di fronte agli ostacoli dell’apprendimento.
  • Gestione emotiva: la diffusione e permanenza della situazione di emergenza ha un grande impatto sulla quotidianità di molte persone, aumentando l’intensità di emozioni come paura, tristezza e rabbia soprattutto nei bambini e negli adolescenti.
  • Mancanza di interazione con i compagni e amici

Alcuni suggerimenti per la didattica a distanza:

Di fronte a tutte queste difficoltà è altresì importante fornire indicazioni chiare e precise agli insegnanti e ai genitori: anche loro stanno vivendo con assoluta impotenza questo momento di emergenza, cercando di dare e fare tutto il possibile per essere vicini ai bambini e ragazzi ed aiutarli.

  • Definire in anticipo un orario settimanale per le videolezioni e la consegna dei compiti ( se possibile, questo dovrebbe rimanere fisso per le settimane successive);
  • Utilizzare un’unica piattaforma online per lezioni online, attraverso la quale inviare i contenuti e restare in contatto con gli studenti (ad esempio Google Classroom o WeSchool);
  • Valorizzare l’interazione tra docente e alunno e stimolare la partecipazione attiva alla lezione;
  • Offrire ai ragazzi l’opportunità di svolgere alcuni lavori in gruppo (via Skype o Zoom)  per promuovere l’apprendimento cooperativo e l’interazione tra compagni di classe;
  • personalizzare il materiale relativo ai compiti da svolgere o da studiare facendo riferimento agli strumenti compensativi e alle misure dispensative previste dal PDP (Piano Didattico Personalizzato)
  • promuovere l’utilizzo degli strumenti compensativi (hardware e software) previsti dalla Legge 170/2010, anche attraverso il supporto della famiglia.

E a casa?

  • Organizzare un calendario settimanale che sia ben visibile al bambino contenente gli orari delle videolezioni, i compiti da eseguire e le attività da svolgere in casa.
  • Mantenere le routine legate alla quotidianità che si aveva anche prima della situazione di emergenza (sveglia, pasti, pause e momenti di gioco): non bisogna dimenticare che, nonostante la situazione ci obblighi a stare in casa il più possibile e a non andare a scuola fisicamente, si continua a frequentare le lezioni in modalità virtuale e tutte le abitudini vanno mantenute, sia nelle modalità sia nei tempi;
  • Definire in anticipo i tempi da dedicare ai compiti e alle pause: sessioni di attività che non superino i 40 minuti, alternando pause di 10/15 minuti;
  • Dare un supporto, se possibile, nello svolgimento dei compiti, ma lasciare anche che il bambino possa svolgere delle attività in totale autonomia.

Concludiamo queste pagine con le parole di bambini e ragazzi che stanno vivendo in prima linea questa situazione e che esprimono in un pensiero molto più di mille parole:

“La didattica a distanza per me è più difficile che stare a scuola, non trasmette emozioni”

“La didattica a distanza è un’innovazione che ha permesso a noi studenti di continuare a studiare e concludere l’anno scolastico nonostante la situazione attuale. Grazie ad esso non abbiamo perso il rapporto con gli insegnanti, anche se all’inizio è stato difficile abituarsi”

“Non mi piace stare a casa e non andare a scuola ma dobbiamo farlo perchè ora c’è in giro un virus e non è stata trovata ancora la cura, quindi ascoltate quello che dicono così finirà tutto e potremmo stare finalmente calmi e sereni, ritrovare le persone più care.”

Giulia Franco

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